Batalf ha scritto:ieri mi è capitato di vedere questa ritmo, una delle poche fiat che mi piaceva
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Questo allestimento, in particolare, era dotato di un buon motore e si distingueva parecchio dalle normali versioni meno potenti.
La Ritmo mi da comunque lo spunto per alcune considerazioni e per riprendere un discorso già iniziato in un’altra discussione, in merito all’elemento carrozzeria visto che, molto spesso, anche sulla stampa specializzata, l’argomento viene trattato, a mio modo di vedere, superficialmente.
Si parla sovente dei problemi di ruggine che affliggevano l’Alfasud, dimenticando di sottolineare che il difetto della corrosione era comune a tutte le vetture di quel periodo (a tal proposito, come esempio, segnalo che nel numero di questo mese di una rivista svizzera di auto d’epoca si mette bene in evidenza come le Mercedes classe S di quegli anni non fossero, nemmeno loro, immuni a questa problematica).
Secondo me la questione è da analizzare partendo da un altro punto di analisi, ovvero quello che riguarda la progettazione della scocca di una automobile.
L’Alfa Romeo, e questo lo sappiamo tutti, è sempre stata all’avanguardia anche in questo ambito, indicando la strada da percorre agli altri produttori di automobili (anche se alcune persone, inspiegabilmente, raccontano vere e proprie fandonie in merito – chissà per quale motivo; forse bisognerebbe spiegare loro che il progetto C.L.A.R.O. è stato stralciato dai programmi di fiat già qualche anno fa).
Un conto dunque è la ruggine che viene a crearsi in punti non vitali della scocca, altro discorso è la mancanza di uno sviluppo adeguato di un progetto che porta, ad esempio, ad un errato calcolo degli sforzi a cui certe parti della scocca risultano essere sottoposti.
A tal proposito, ancora una volta, chiamo in causa fiat, ricordando che le 128 rischiavano di avere grossi problemi di stabilità e di tenuta di strada per il fatto che le piastre di fissaggio della barra anteriore, che fungevano da puntone, si staccavano dalla scocca; poi la Ritmo (che era sempre la 128 con una diversa carrozzeria) aveva il problema della fessurazione dei duomi e dei longheroni. E di esempi potrebbero essercene altri.
È chiaro che l’Alfa Romeo, marchio totalmente differente per prestigio e filosofia rispetto a fiat, venga messa sotto la lente di ingrandimento per ogni suo difetto, ma questo dovrebbe essere fatto senza riserve mentali ed indicando anche la concorrenza dell’epoca cosa produceva e come progettava le proprie automobili.